Come fare a essere legare la vita. esistere. Non aspetterò che di trasformarmi, io rinascerò di nuovo (Giacomo 1995) IL RITORNO A SCUOLA Attraverso pochi versi di Giacomo De Nuccio Sarà come ritrovare la stessa strada di un tempo, le stesse storie, lo stesso tuffo al mio cuore. All’epoca avevo appena compiuto sei anni e a scuola non andavo ancora: l’anno in corso mi era precluso dalla diffusa abitudine, cattiva abitudine di ritardare l’ingresso a scuola dei bambini disabili, sebbene avessi dato prova certa, durante l’estate, di saper leggere e scrivere e di avere acquisito una certa dimestichezza con i numeri. Ho subito la decisione degli adulti e ricordo di avere pensato che fosse il torto peggiore che mi si potesse fare. Negli anni mi sono dovuto ricredere: il peggio doveva ancora venire. La scuola è stata per me, come per tanti, teatro di numerosi episodi che sarebbe eufemismo definire spiacevoli e ho più volte dubitato della mia capacità di continuare. La scuola però è fatta di persone e, se anche la sofferenza gratuita è stata giornaliera, io devo un grazie ad alcune di esse, tipi scarsamente generici, capaci di andare oltre i comuni stereotipi per sostenermi. Devo anche a loro se il mio amore per la conoscenza non si è definitivamente ossidato e oggi posso varcare la soglia dell’Università per dare inizio ad un nuovo capitolo della mia vita con animo leggero.  OTTOBRE A PISA Per le strade profumo d'alloro che cinge i sogni della giovinezza e applausi e sonori sorrisi. In questo ottobre a Pisa si adorna di futuro il mio tempo fuggevole e inerte. Per vicoli e pietre sconnesse profumo di speranza, addio ad una mai vissuta adolescenza, e braccia aperte al desiderio di giorni sconosciuti e sospirati. Sul lungomare il volo di un gabbiano che allo stormo le sue robuste ali unisce nel timido sole che dalle mie guance un grammo d'umida gioia beve. Respiro l'aria di questo mite ottobre d'estate per un attimo dipinto e sconfitto l'inverno mi appare.                                (11 ottobre 2010) Consentitemi però un’amara riflessione. Dai tempi della RUPE TARPEA,  della quale qualcuno ha erroneamente invocato il ripristino per noi disabili (dalla rupe venivano fatti rotolare giù i traditori, non gli imperfetti), non è cambiato molto e il mondo resta dei più forti secondo una ancora imperante darwiniana selezione naturale: quando l’uomo diventerà consapevole del fatto che per camminare nella civiltà non è richiesto l’uso delle gambe? Giacomo De Nuccio - Ottobre 2010 Per gentile concessione di “Cicoria” - pubblicazione trimestrale della Associazione “via Montereale” - Pordenone Tutti i diritti riservati - vogliamo.it - Casella Postale 111 - 21013 Gallarate